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Gli arredi
Fra le volontà testamentarie di Antonio Boschi si prevedeva che l’appartamento di via Jan 15, dove lui e Marieda avevano a lungo vissuto, fosse aperto al pubblico come casa-museo, ospitando una selezione delle opere da loro raccolte. Per motivi di sicurezza e di conservazione non è stato possibile mantenere l’integrità originaria di quello che Ornella Selvafolta descrive come ‹un museo abitato› dove “gli spazi, l’allestimento, gli arredi risultano quasi ‹sottomessi› alle ragioni dell’arte”. Quindi pochi i mobili recuperati – fra questi un tavolino disegnato da Piero Portaluppi e il pianoforte Bechstein – così la Fondazione Boschi Di Stefano ha provveduto ad acquisire le necessarie integrazioni, operando scelte conformi sia all’epoca dell’edificio sia alle opere esposte. Nell’ex camera degli ospiti è ora collocato un arredo completo per studio prodotto dalla ditta Ducrot di Palermo attorno al 1930, mentre nella stanza monografica dedicata a Mario Sironi si propone una sala da pranzo disegnata dal medesimo artista e presentata nel 1936 alla VI Triennale di Milano. Degni di nota sono, inoltre, i mobili per sala da pranzo progettati da Gino Levi Montalcini nel 1949-50 e il lampadario “Agena”, della collezione Galassia, ideato da Alessandro Mendini e realizzato da Venini nel 1993, installati nell’ex camera da letto dei coniugi Boschi.

Foto: Václav Šedý

Foto: Václav Šedý

Foto: Václav Šedý