Fondazione Boschi Di Stefano

Album di famiglia n.3

A completare la splendida documentazione

Della famiglia che visse nella Casa-Museo Boschi Di Stefano di Milano giunge, dopo il n. 1 e il n. 2, un ultimo Album di famiglia n. 3. Questo terzo quaderno aggiunge, alla vita quotidiana (n. 1) e al tempo libero (n. 2) di una singolare coppia di lombardi dell’alta borghesia, una testimonianza inedita del loro viaggiare. Siamo nella prima metà del secolo scorso, i personaggi sono curiosi, colti e benestanti, ancora tra i pochi a potersi permettere un turismo così ardito (ad esempio in Medio Oriente e nell’Europa del Nord), ma sono anche attenti a documentarlo come momento di vita arricchente e da memorizzare. Lo strumento fotografico, pur utilizzato con stile amatoriale, si rivela perfetto nella conferma delle esperienze vissute e delizioso nel ricordo dei protagonisti (e per noi anche della loro epoca).

Tra i tanti spunti offerti dalle fotografie qui selezionate piace sottolineare i luoghi del viaggiare della coppia, i mezzi di trasporto di cui si avvalgono, gli abbigliamenti per i loro viaggi, ma anche le singole prospettive scelte per le inquadrature fotografiche, spesso curiose e ironiche, oppure stupite e quasi incredule della realtà che stanno incorniciando. I luoghi principali dei viaggi di Marieda Di Stefano e Antonio Boschi – come è già stato ricordato – sono le terre del Medio Oriente (in particolare l’Egitto) e quelle lambite da una crociera nei mari del Nord Europa. Le prime ripercorrono itinerari che molti “giovani avventurosi” avevano scelto, già dalla metà dell’Ottocento per allargare l’orizzonte europeo dei precedenti, classici, Grands Tours alle antiche culture d’Egitto, Arabia e Mezzaluna fertile. Tra i tanti, era stato del 1865 il viaggio del marchese e naturalista lombardo Giammartino Arconati Visconti in Arabia Petrea. (I viaggi di Giammartino Arconati Visconti, a cura di Maria Cristina Antonini Berti, 2009).

Le fredde terre del Nord Europa sono invece una sorta di nuova scoperta della coppia milanese del Novecento, forse una sfida di confronto con paesaggi e climi non meno difficili di quelli medio-orientali, ma altrettanto ricchi di fascino e stupore. Prima di quel viaggio vi sono altre puntate a Berlino e a Bruxelles. Eccezionale, per l’epoca, anche un viaggio in Giappone.

La navigazione su piroscafi a vapori è prescelta per tutte le trasferte più impegnative. Essa offre talora meraviglia superiore a qualsiasi immaginazione, come testimonia, ad esempio, la fotografia del Canale di Corinto, ripresa dal cassero del piroscafo Stella d’Italia che trasporta i nostri turisti di lusso. Non è meno significativo lo sguardo di Marieda dal ponte di una nave in mare aperto (non sappiamo quale), contro il vento che ne scompiglia i capelli, mentre acque agitate si offrono davanti a lei in tutta la loro ampiezza. È divertente anche ripercorrere l’epoca di quei viaggi attraverso vestiti e cappelli dei viaggiatori.

Quelli degli uomini e tutti quelli invernali non sono molto diversi dagli attuali, ma gli abiti estivi di Marieda e delle sue amiche meritano citazione. Sono leggeri, vaporosi, ma assolutamente “costumati”, coprono di solito le gambe e non mancano di accompagnarsi a cappellini adeguati: piccoli d’inverno, ampi e chiarissimi d’estate. I costumi da bagno sono interi per le donne, ma anche per gli uomini. Davvero costumi d’altri tempi! Oltre a questi spunti, legati alle località visitate nel mondo,ai mezzi per raggiungerle ed agli abbigliamenti usati, sono interessanti molte delle inquadrature scelte dai nostri protagonisti per i loro ricordi di viaggio. Inevitabili, e meno affascinanti, sono le pose un poco statiche davanti all’obbiettivo. Efficacissime, invece, le istantanee, da quella per le vie di Bruxelles, a quella di Marieda col somarello, ad Atene, a quella sui giochi in piscina del piroscafo Stella d’Italia nel 1932, o quella della coppia con vari amici durante la stessa crociera. Anche Antonio sembra colto di sorpresa sul ponte del transatlantico Rex, che aveva da poco conquistato il Nastro Azzurro della traversata atlantica.

Di fronte alla piramide di Chefren e alla sfinge è invece difficile, per Marieda, non mettersi in posa. Ciò sembra quasi fatale per tutte le fotografie del viaggio in Egitto: splendide documentazioni, peraltro, di monumenti allora così poco conosciuti. Curiosi ed ironici, invece, i ritratti di Marieda quasi in posa, ad imitazione delle antiche statue e le foto della gita con l’asinello nell’antica Tebe. Anche la scalata di Marieda alle sartie del piroscafo Pilsna, nel novembre del 1934 appare singolare, così come, anche per tempi assai più moderni, la visita dei Nostri alle isole Feroe e soprattutto alle Spitsbergen: Marieda che accarezza le grandi corna di un alce è forse il ricordo più bello di quel viaggio.

Della escursione in Giappone ci resta purtroppo soltanto questa immagine della coppia in kimono, ma i volti dei Nostri sembrano contenti e interessati alle novità del Paese che stanno visitando, così come appaiono spesso in tutti i loro vagabondaggi di scoperta del mondo. Marieda e Antonio hanno esplorato certo il mondo per un piacere consentito dalla loro condizione sociale, professionale e culturale, ma attraverso queste fotografie mostrano di averlo sempre fatto con curiosità e rispetto per tutto ciò che è diverso: sembra una semplice, ma bella lezione per tanti turisti di oggi.

Giacomo Corna Pellegrini